Le tecniche “Police” – Combat Arms n°3 anno V – Novembre 2017

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LE TECNICHE “POLICE”

L’importanza delle tecniche di derivazione professionale nei corsi di autodifesa per comuni cittadini.

di Manuel Spadaccini, Carabiniere in congedo ed Istruttore professionista nel settore del Krav Maga, fondatore e Direttore Tecnico della KMA – Krav Maga Academy.

E’ indubbio che la difesa personale stia prendendo sempre più piede, che si tratti di necessità o di tendenza, è sufficiente accedere al web per osservare il susseguirsi di nascite di scuole e corsi di autodifesa ovunque. Osservando più attentamente è possibile anche notare come la stragrande maggioranza di questi corsi preveda allenamenti che ricreano generalmente una situazione con uno o più aggressori e una vittima -il corsista- che deve imparare ad applicare una o più tecniche per difendersi e fuggire. Ciò può essere corretto ed è sicuramente utile, tuttavia una formazione che si limita solo a questo tipo di azione e reazione è notevolmente incompleta. Spesso si tende, infatti, ad associare al termine “difesa personale” esclusivamente la difesa di se stessi. Tuttavia una connotazione del genere è molta limitativa poiché il concetto di difesa personale deve necessariamente essere esteso anche alla protezione di altre persone.

DIFENDERE I PROPRI CARI

Immaginando di essere aggrediti mentre si è in compagnia della moglie, dei propri figli o di una persona cara, è facile capire quanto sia importante apprendere delle capacità utili a fornire protezione a terze persone oltre che a se stessi. E’ infatti proprio quando si è aggrediti mentre si è in compagnia di persone care e più deboli, che si diventa più vulnerabili. I criminali sanno bene che reagire in una situazione del genere è ancora più difficile perché la vittima si trova in una posizione di marcato svantaggio. Se da un lato può essere istintivo spostare la propria priorità d’intervento nel proteggere la persona cara prima ancora che se stessi, dall’altro non è però così semplice applicare una difesa efficace a tutela dell’incolumità di terze persone, se si è sempre stati abituati nei training a difendere solamente se stessi.

FUGGIRE SÌ, MA NON SEMPRE

Anche la fuga, alla quale molti corsi di autodifesa danno costantemente precedenza dopo aver reagito, non deve diventare una reazione automatica da applicare per forza in ogni caso. Dopo aver affrontato un avversario, ma senza essere riusciti a renderlo completamente privo di conoscenza ad esempio, in determinate circostanze potrebbe essere sconsigliabile prendere la via di fuga insieme al partner o ai propri figli. L’aggressore potrebbe rialzarsi e rincorrere un nostro caro ed è facile immaginare quanto potrebbero essere poco veloci i bambini o la moglie che magari in quel momento indossa calzature col tacco.

TECNICHE DI POLIZIA

In determinate occasioni può essere più utile applicare tecniche proprie delle Forze dell’Ordine. Sapere come bloccare a terra un soggetto ostile, avere la capacità di disarmarlo e di contenere la sua agitazione dando tempo ai nostri cari di allontanarsi, affinché possano mettersi in sicurezza trovando rifugio in auto o chiedendo aiuto in un locale pubblico, è sicuramente qualcosa che non può mancare nel bagaglio tecnico di una persona che desidera sapersi difendere. Per queste ragioni è importante, anzi è imperativo, che un corso di difesa personale che si rispetti preveda l’insegnamento a comuni cittadini anche di tecniche proprie dei reparti di polizia. Le tecniche “Police” possono essere di utile applicazione anche in caso d’intervento in aiuto ad una vittima per strada, aggredita ad esempio da un borseggiatore, un rapinatore o semplicemente da un ubriaco.

SI DIVENTA RESPONSABILI

Attenzione: intervenire in una situazione, seppur con tutti i buoni propositi, significa anche doversi accollare delle serie responsabilità. Un intervento errato potrebbe far degenerare la situazione peggiorando solo le cose, così come una risoluzione sproporzionata ed eccessivamente violenta potrebbe causare anche gravi ripercussioni legali. Le tecniche di intervento impiegate dalle Forze dell’Ordine aiutano infatti a tutelare -fin dove possibile- anche l’incolumità dello stesso aggressore. E’ pertanto fondamentale padroneggiare le tecniche per difesa di terza persona ma soprattutto essere capaci di valutare il grado di pericolosità della situazione e decidere velocemente se, quando e come intervenire. Va da sé quindi che saper applicare con successo le corrette tecniche “Police” sotto pressione, necessita di uno specifico training che deve, come detto, essere parte integrante di un’efficace formazione alla difesa personale. Ciò è da tenere in considerazione nella valutazione del bagaglio tecnico del proprio istruttore, del programma proposto nel corso di autodifesa e quindi nella scelta della scuola alla quale affidare la propria preparazione.

Manuel Spadaccini è disponibile per qualsiasi domanda o confronto. Contatti sul sito manuelspadaccini.it

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